Property ID : 1038
Vendita €78.000,00 - Appartamento
A Vasto marina, a pochissima distanza dal centro e dal mare è in vendita appartamento ammobiliato al piano primo.
Composizione: veranda, zona giorno ambiente unico, bagno, camera da letto matrimoniale, possibilità di ricavare altro stanzino
Posto auto: non assegnato
Spese condominiali: € 300 annuali
Superfici: 47 mq oltre a terrazzino
Classe energetica: E EP 217,76
Annodi costruzione: 1990
Prezzo: € 78000 trattabili
Distanze: aeroporto Pescara 70 km; centro paese 3 Km; mare a cinque minuti a piedi; impianti sciistici di Roccaraso 100 Km
Comune Vasto:
È l’ultima città abruzzese sul litorale adriatico sud nella Costa dei trabocchi, sul confine con il Molise. Dista 30 km da Termoli, 48 da Ortona, 43 da Lanciano, 76 da Chieti.
Località balneare segnalata con una vela nella Guida Blu di Legambiente
Bandiera Blu delle Spiagge 2007 (Marina di Vasto e Punta Penna)
Stazioni e ferrovia: stazione ferroviaria Vasto-San Salvo; Porto di Vasto
Musei nel comune di Vasto: Musei Civici di Palazzo D’Avalos: Sezione Archeologica; Musei Civici di Palazzo D’Avalos: Pinacoteca e Museo del Costume
Castelli e fortificazioni: Castello Caldoresco
Chiese e Santuari: Santuario di Santa Maria Incoronata: Frati Minori Cappuccini; Chiesa di Sant’Antonio; Chiesa di Santa Maria Maggiore (1100 circa); Chiesa di Santa Maria del Carmine; Cattedrale di San Giuseppe
Il nome deriva forse dal termine longobardo gasto o guasto (Gastaldato), suddivisione del territorio durante la dominazione longobarda (iniziata nell’ultimo quarto del VI secolo).
Una leggenda vuole che la città fosse denominata Histon da Diomede e che fosse abitata originariamente da tribù provenienti dalla Dalmazia. Di certo sul territorio attualmente appartenente al comune di Vasto (Punta Penna) si stanziarono in età imprecisata i Frentani, che entrarono in stretto contatto con i Sanniti e con le colonie greche dell’Italia meridionale e della Sicilia (fra cui Siracusa). I Frentani entrarono definitivamente nell’orbita romana con lo status di foederati (cioè di alleati), fra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. Dopo la guerra sociale il centro abitato che si era andato formando pochi chilometri a sud di Punta Penna divenne municipio romano, ed Histon fu latinizzato in Histonium.
Dopo il crollo dell’Impero romano d’Occidente la città decadde, passando in potere prima degli Ostrogoti, poi dei Bizantini e infine dei Longobardi. Entrata a far parte del Ducato di Benevento, fu espugnata e distrutta nell’802 dai Franchi. Tornata negli anni successivi ai duchi di Benevento, fu ricostruita come centro fortificato sulle rovine dell’abitato preesistente. Fra il XIII e il XIX secolo fece parte, insieme alla sua regione di appartenenza, del Regno di Napoli che dopo l’unione al Regno di Sicilia si chiamò Regno delle Due Sicilie.
In età angioina fu infeudato ai Caldora, passando subito dopo l’avvento di una dinastia aragonese ai d’Avalos (fine del XV secolo) che vi costruirono il Palazzo omonimo, in seguito distrutto dai Turchi (XVI secolo). Nel 1710 le fu conferito ufficialmente il titolo di città. Fino all’annessione al Regno d’Italia (1861) fece parte dell’Abruzzo citeriore. Nel 1938 per volere di Mussolini fu ribattezzata ufficialmente Istonio, in omaggio al toponimo latino in uso in età romana, per tornare a denominarsi Vasto nel 1944, dopo la liberazione della città. Nel 1940-1943 sul litorale vastese (Istonio Marina) funzionò un campo di concentramento per antifascisti e slavi.
Nel secondo dopoguerra, fra il febbraio e il giugno del 1956, Vasto fu sconvolta da una serie di frane e smottamenti causata dalla gran quantità di precipitazioni, anche di carattere nevoso, che si erano prodotte in quei mesi. Una parte di uno fra i più antichi rioni del centro storico sprofondò a valle, verso il mare. Andarono distrutti alcuni edifici pubblici e religiosi di notevole valore architettonico, fra cui la chiesa di San Pietro, di età medievale, oltre a circa centocinquanta alloggi privati. L’immediata evacuazione della popolazione residente dalla zona colpita, subito dopo la prima frana del 22 febbraio 1956, evitò tuttavia che si producessero vittime fra i civili.